Perché Obama confonde la Cyber war con la guerra

putin obama
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Un Ariosto dei nostri giorni, se ancora l’industria editoriale se lo potesse permettere, non canterebbe più le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie; le audaci imprese nell’età dell’informazione forzerebbero il poeta a eternare i malware, gli hacker, i protocolli di sicurezza, le righe di codice, le centrali atomiche, le corporation dell’energia, i server delle banche. Un’occhiata al materiale consiglierebbe al vate di comporre in inglese, come i Beatles; una buona scena di esordio sarebbe quella della Conferenza del G20 a Hangzhou, tra il 4 e il 5 settembre, quando l’Obama furioso avverte Russia e Cina che in fatto di «cyber war» gli Stati Uniti sono più forti di chiunque altro, sia in attacco sia in difesa. Nella memoria del presidente americano con si trova traccia dell’Ariosto, ma c’è spazio per l’immaginario del cinema di Hollywood: da qui sorge il paragone tra Internet e il Far West («Old Wild West» nella formula originale del leader USA), accennato per avanzare la richiesta di un insieme di regole condivise tra le maggiori potenze militari del pianeta, al fine di impedire una rincorsa ai «cyber» armamenti. Con l’auspicio che nessuna voglia ripetere gli errori della Guerra Fredda. Continue reading “Perché Obama confonde la Cyber war con la guerra”

La Chan Zuckerberg Science vuole i nostri dati clinici

 Zuckerberg
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Il matrimonio della medicina con la rete si prolunga almeno dall’età che ci separa da Galeno. Anzi, con le reti, visto che il medico di Pergamo ne contava tre nel corpo dell’uomo: nervi, vene e arterie sono canali discernibili che diffondono una sostanza invisibile, lo pneuma. I legami sociali tracciati da Facebook sono invece la metafora dei dati che consegniamo alla piattaforma, da cui gli algoritmi di calcolo spremono l’elemento con cui è costruito il social network – l’informazione. Sia Galeno, sia Mark Zuckerberg, promettono di derivare strumenti utili alla salute dalla conoscenza delle loro reti e della sostanza invisibile che le attraversa: entrambi agiscono combinando una serie di interventi tecnici con la prescrizione di uno stile di vita. Continue reading “La Chan Zuckerberg Science vuole i nostri dati clinici”

Partership on AI, l’alleanza dei cinque big per dettare le regole.

intelligenza artificiale
Caucasian woman touching robot arm

«Sappiamo più di quello che possiamo dire». Non è la battuta di un film di Hitchcock, ma l’epigrafe di Michael Polanyi sull’apprendimento per imitazione, quello che ricorre tutte le volte in cui il maestro non può verbalizzare le istruzioni una ad una, ma si propone agli allievi come un modello da mimare. Accade con l’equilibrio in bicicletta, con il controllo del pallone, con la sensibilità artigianale per i materiali, con l’occhio clinico, con la perspicacia investigativa. In realtà avviene quasi ovunque, perché l’addestramento sviluppa l’abilità di fiutare in autonomia la traccia giusta in ogni circostanza. Continue reading “Partership on AI, l’alleanza dei cinque big per dettare le regole.”